Ancora, forse, non è il caso di parlare di un periodo da «separati in casa» eppure il sentore è che, se queste vicende dovessero protrarsi ancora, portare avanti questa triplice convivenza diventerebbe pesante.
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La Nazione
Da un lato si corre e si suda, con tanta voglia di fare bella figura agli occhi del nuovo allenatore. Da quell’altro, non sul campo ma in palestra, si attendono buone notizie dai procuratori, in ricerca di una sistemazione per i loro assistiti che possa cambiare un destino che sembra già scritto. Non è un momento facile per quei giocatori che in questa fase di preparazione vivono con il fiato e la carriera sospesi: Jonathan Ikoné, M’Bala Nzola e Niccolò Pierozzi nello specifico - convocati da Palladino al Viola Park con, sulla carta, la possibilità di rimettersi in gioco dopo un periodo a Firenze non fortunato - sono invece alle prese con un’exit strategy che si fa di giorno in giorno più complicata.
Il francese e l’angolano, tagliati pronti via dal progetto tecnico in vista della prossima stagione, non hanno fin qui ricevuto offerte concrete sul proprio conto (almeno in Italia, visto che per ciò che riguarda l’ex Lille sono arrivate sul tavolo della Fiorentina un paio di proposte da altrettanti club qatarioti subito rispedite al mittente dall’esterno) mentre il terzino classe 2001, reduce da una seconda parte di campionato brillante a Salerno, è alle prese con una trattativa fiume con il Palermo che ancora, per questioni burocratiche, non si è chiusa.
Ancora, forse, non è il caso di parlare di un periodo da «separati in casa» eppure il sentore è che, se queste vicende dovessero protrarsi ancora, portare avanti questa triplice convivenza diventerebbe pesante.
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