Soluzione importante
—Non è andata così e sicuramente non la si può considerare una colpa. Al contrario. In un calcio nel quale capita sempre più spesso di trovare avversari che si chiudono e aspettano i calci da fermo (sia a favore che contro) possono diventare determinanti. E così veniamo al dettaglio di questo primato viola. Su 11 reti da fermo, 3 sono arrivate dal dischetto: 2 di Gudmundsson contro la Lazio (gol da 3 punti) e 1 di Beltran con la Roma. Ci sono poi 2 calci di punizione diretti: Biraghi a Parma (gol da 1 punto) e Cataldi a Lecce. La vera e propria specialità però sono i calci d’angolo, che hanno già portato 5 gol alla Fiorentina: Kean e Gosens contro il Monza (un punto portato alla classifica), Quarta contro l’Atalanta, l’autogol di Hummels contro la Roma e il 2-1 di Kean (nei conteggi vale 2 punti) al Verona. A questi va poi aggiunto il gol di Adli col Milan, arrivato sullo sviluppo di una rimessa con le mani. Fare il conto è quindi abbastanza semplice: queste soluzioni (alle quali Palladino e il suo staff dedicano ore e ore di lavoro) hanno portato in dote (almeno) 7 punti in classifica. Del resto stiamo parlando di 11 gol sui 25 totali segnati da Kean e compagni che, tradotto in termini percentuali, significa che il 44% delle reti sono arrivate da fermo. Ovvio, quindi, che abbiano una forte incidenza.
E in difesa?
—Attacco, ma non solo. La Fiorentina infatti con ha subito solo 2 gol su calcio piazzato: quello di De Ketelaere con l’Atalanta e quello di Gila, con la Lazio. Letale quando c’è da far male, impermeabile in difesa. È una Viola da Champions. Anche da fermo.
© RIPRODUZIONE RISERVATA