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Né zemaniano, né spallettiano: così Di Francesco ha conquistato Roma

A Roma si esalta il lavoro di Di Francesco, atteso domenica al Franchi

Redazione VN

L'ambiente giallorosso è in preda all'euforia e, dopo il 3-0 al Chelsea, sarebbe strano il contrario. In copertina ci finisce Eusebio Di Francesco, così incensato dal Corriere della Sera:

Dicevano che fosse zemaniano, perché il boemo stravedeva per lui quando giocava e perché – come Zdenek – ama alla follia il 4-3-3. Non un modulo, non lo schema preferito, ma molto di più: quasi una religione. Il campo racconta l’esatto contrario: Eusebio Di Francesco ha costruito sì la sua Roma con il 4-3-3 ma non prende mai gol (appena 5 in campionato, è la difesa migliore) e segna relativamente poco. (...) Dicevano anche che fosse spallettiano, perché con Luciano ha lavorato come team manager nella Roma non appena ha smesso di giocare e perché in certi meccanismi del suo Sassuolo si intravedevano le linee tracciate dal tecnico oggi all’Inter. Nel frattempo Di Francesco ha ridisegnato la squadra giallorossa secondo le proprie convinzioni, allontanando dalla porta Nainggolan che Spalletti si era inventato trequartista: ora il belga segna meno, però in mezzo spadroneggia.

Né zemaniano, né spallettiano: «Sono difranceschiano, io». Crede in se stesso, Eusebio, e ha sempre tenuto a ribadirlo. Fin da quando è arrivato a Roma, accompagnato dalle perplessità feroci di buona parte del popolo giallorosso: è un allenatore da provinciale, non da grande piazza. Non se l’è presa più di tanto. (...)

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