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Corriere Fiorentino

Mentalità, continuità, determinazione, consapevolezza: un poker per volare

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La Fiorentina ha sul fuoco qualcosa di importante con la partita di questa sera: una vittoria per consolidarsi pericolosi
Redazione VN

La prova del (turno) diciannove. Arrivata al giro di boa, la Fiorentina si trova chiamata a un altro, forse definitivo, esame di maturità. Vincere ancora infatti, dopo aver infilato tre successi di fila e tutti per 1-0, vorrebbe dire fare un passo probabilmente decisivo in un’altra dimensione. Mentalità, continuità, determinazione, consapevolezza. Tutti aspetti che ultimamente hanno visto i viola compiere un deciso balzo in avanti ma che oggi saranno messi di nuovo alla prova. Accompagnati da circa 5 mila tifosi pronti a invadere il Mapei Stadium, contro una squadra in crisi nera (quattro sconfitte nelle ultime cinque), improvvisamente risucchiata nella lotta per non retrocedere ma capace, prima di perdersi, di battere sia la Juventus sia l’Inter.

La prova del nove

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Del resto, come scrive il Corriere Fiorentino, nel Sassuolo, gioca gente come Berardi, Laurienté e Pinamonti. Tre giocatori che lo stesso Italiano, in tempi diversi, ha chiesto più o meno direttamente di poter avere con sé. Segno evidente di come, classifica e momento a parte, quella di stasera sia una partita da prendere molto seriamente. Un esame, appunto, per capire se i viola abbiano davvero cambiato approccio. Non solo. Dietro l’angolo infatti (martedì sera, al Franchi) c’è il quarto di finale di Coppa Italia col Bologna e per questo, il mister, potrebbe cambiare qualcosa. Certo, la situazione non è esattamente delle migliori. Soprattutto là davanti. Senza Nico Gonzalez, Kouame e Sottil infatti, Italiano si ritrova con i soli Brekalo e Ikoné a disposizione. Due che tra l’altro (in particolare il croato) entro la fine del mercato potrebbero anche cambiare aria.


Gestire le forze, ma senza rischiare di perdere quelle certezze che hanno trascinato la squadra in piena zona Champions. È questo l’obiettivo. Più che la formazione conterà l’atteggiamento. Sarà quello visto con Verona, Monza e Torino o, come successo in altre occasioni, arriverà una frenata? Sta tutto nella risposta a questa domanda. Vincere, e chiudere il girone d’andata a quota 36, sarebbe un messaggio definitivo a se stessi e al campionato. Fermarsi invece non comprometterebbe niente, e ci mancherebbe, ma sarebbe il modo peggiore per iniziare un anno che, fin da subito, mette la Fiorentina davanti a sfide che possono valere un pezzo importante di stagione. Serie A, Coppa Italia e Supercoppa. Un inizio col botto, sperando che sia bello almeno quanto lo è stata la fine del 2023.

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