Vincenzo Italiano è probabilmente il principale protagonista di questo avvio di campionato della Fiorentina. L'edizione odierna di Repubblica ripercorre le tappe che hanno portato il tecnico sulla panchina viola, dal legame con la sua Ribera ai sacrifici per diventare calciatore. A 15 anni Italiano prova a realizzare il sogno partendo dalla Serie D e sin da subito si capisce che "ama toccare il pallone, gestire il possesso, dettare i tempi, è il rigorista pronto a prendersi le responsabilità. Un regista dalla visione di gioco ampia e dal calcio lungo e preciso". Poi passa al Verona, dove Prandelli gli dà fiducia e gli fa conquistare la prima promozione della carriera.
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Martello Italiano, dalla D al top in 4 anni. E chiama il pallone “sua Maestà”
La carriera di Italiano e la scalata verso l'élite: dalla D alla Fiorentina sempre con il suo credo "giochista"
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"Promozione" che diventerà il suo mantra nella carriera da allenatore: Italiano è infatti l'unico tecnico ad aver centrato la vittoria nei playoff di D, C e B e bruciato le tappe nella scalata all'élite del calcio italiano, se pensiamo che nel 2017 firmava per l'Arzignano Valchiampo dopo la retrocessione in Eccellenza di pochi mesi prima con una squadra del padovano. Nella tesi presentata a Coverciano per ottenere il patentino Uefa Pro, definisce il pallone "sua Maestà" e ama il calcio di Guardiola, Sacchi e Cruyff. Se nella vita di tutti i giorni è un uomo riservato, in allenamento e in partita si trasforma in un martello che chiede il massimo a ogni singolo e si confronta col suo staff: un vero perfezionista- si legge - che cura ogni dettaglio e si tiene aggiornato sulle evoluzioni del calcio moderno. Così è entrato subito nel cuore della tifoseria viola.
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