Da Ivan Juric a Vincenzo Italiano...
Due maestri, due allenatori che ti entrano nella testa: la cura del particolare
li accomuna, il carattere anche. Quando vai in campo sembra di averli accanto, giocano con te.
Simili anche nel modo di pensare il calcio?
L’intensità è comune, con Italiano cerchiamo sempre di comandare le partite, non ci deve mai mancare il coraggio di rischiare.
Toro-Fiorentina di domani sera cosa mette in palio?
Molto. Sarà, per entrambe, un passaggio importante nella corsa per l’Europa: mi aspetto una partita aperta, divertente, senza speculazioni da una parte o dall’altra.
Si aspetta un ritorno di Belotti al Grande Torino perla prima volta da protagonista dopo i soli 3’ giocati con la Roma in quella che è stata la sua casa?
Il Gallo l’ho ritrovato carico e motivato. Di Toro, però, non abbiamo parlato.
Lei, in campo, parla e si fa sentire...
Sono fatto così: mi piace dialogare con i compagni, sentirmi vivo dentro la partita. A volte trovo qualcuno che scambia questo mio modo di fare per voglia di protagonismo, ma, poi, quando mi conosce capisce che non è così. Sono sempre al servizio dei compagni.
Belotti è carico e motivato: lo aspetta il faccia a faccia con Buongiorno.
Sono contento per Alessandro, ricordo come si è messo a lavorare quando Juric lo vedeva poco: in lui rivive lo spirito Toro.
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