Il giornalista Giuseppe Calabrese ha commentato così il grande momento della Fiorentina sulle colonne de La Repubblica:
la Repubblica
L’analisi: “Tattica e mercato, il successo viola è questione di scelte”
Non guardate la classifica se ci riuscite. C’è da farsi venire le vertigini. Però quando vinci partite come quella di Torino significa che hai dentro la forza per essere ambizioso. Certo che è presto, e certo che ci saranno anche momenti difficili, però come si fa a non essere storditi di felicità nel vedere la Fiorentina così in alto? Un tiro, un gol. Il calcio non sempre è spettacolo, anche il pragmatismo va bene. Soprattutto se vale tre punti. E la squadra di Palladino ha imparato ad essere anche pratica e cinica. Come Kean, che trasforma in gol tutte le occasioni che gli capitano. A Torino ha avuto una sola palla buona e l’ha sfruttata come sa fare lui. Finalmente un centravanti, era tanto che non ne avevamo uno. E così il viaggio continua, un po’ sballottati per tutto questo ben di Dio in classifica, ma sereni perché Palladino è uno che sa gestire pressione ed entusiasmo allo stesso modo. Lui sta con i piedi per terra, e fa bene. E tiene lì anche la sua squadra. Un bel gruppo, che dopo una partenza lenta ha saputo cambiare pelle e trovare l’equilibrio giusto. Un gruppo nato dalle idee di Daniele Pradè. Ecco, non se ne parla mai, però dietro il successo della Fiorentina ci sono soprattutto le sue scelte di mercato. Sue e di tutto il gruppo che lavora con lui, da Goretti agli osservatori. Idee, conoscenza, intuizioni, rapporti, è la prima volta che la Fiorentina ha una squadra giusta per le sue ambizioni. Si poteva fare meglio? Si può sempre fare meglio, però nell’estate della ricostruzione Pradè è stato bravo a trovare tutti gli incastri giusti. Metà del merito di questa classifica è suo, l’altra metà è della squadra e del suo allenatore. Le motivazioni fanno sempre la differenza, come la capacità di mettersi in discussione. Palladino ci ha messo un attimo a capire che la strada che aveva preso non andava bene per i giocatori che aveva a disposizione, e ha cambiato. «Solo i morti e gli stupidi non cambiano mai opinione», diceva il poeta americano James Russell Lowell. Palladino ha dimostrato di non essere né l’uno, né l’altro (anzi...) aprendo la strada alla rinascita della Fiorentina, che lui telecomanda dalla panchina come se avesse tra le mani un joystick. Bravi tutti, insomma, perché quello che è oggi la Fiorentina è il risultato del lavoro di un gruppo che fin dall’inizio ha avuto le idee chiare su cosa voleva fare e dove voleva andare. Ecco, sulla direzione da prendere forse non avevano puntato così in alto, ma già che siamo lì proviamo a rimanerci il più a lungo possibile per trasformare questa stagione in qualcosa di straordinario.
© RIPRODUZIONE RISERVATA