La vera nota lieta dell’andata di Conference League contro la Puskas Akademia ha un nome e un cognome: Moise Kean. Il classe 2000, migliore in campo fra i viola, ha risposto presente non appena Raffaele Palladino si è deciso a battezzarne l’ingresso in campo nel secondo tempo. La sensazione, una volta sostituito Lucas Beltran, è che l’attacco abbia iniziato a “girare” contando sulle conclusioni istantanee dell’ex Juventus. Pronti via, Kean ha messo in difficoltà almeno in due occasioni il portiere avversario, facendo valere la propria fisicità nei confronti della retroguardia ungherese.
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Corriere dello Sport
L’inizio di una nuova era: Kean c’è e funziona (per ora)
Kean ha cambiato volto all'attacco viola contro la Puskas Akademia. L'auspicio è che continui così
Alla fine il lavoro dell'attaccante ha pagato: centoquarantatré giorni dopo, Kean è tornato a segnare e lo ha fatto per la prima volta al Franchi illudendo i tifosi di poter tornare a casa appagati, sennonché allo scadere i viola si sono fatti beffare da Wojciech Golla. Rimane la prestazione incoraggiante di un giocatore che può davvero riscoprirsi. Kean è la grande scommessa della dirigenza viola, che ha scelto di affidargli le sorti di un reparto non esattamente fortunato nelle ultime stagioni in fatto di gol. La determinazione messa in campo dal ragazzo nato a Vercelli fa ben sperare per il prosieguo di un'annata lunga. O almeno è l'auspicio. Lo scrive il Corriere dello Sport.
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