Su La Nazione troviamo l'intervista a Tea Albini, assessore allo sport ai tempi dell'ultima ristrutturazione del Franchi risalente a Italia '90. L'ex assessore ricorda che allora come oggi ci furono molte polemiche attorno al restyling dello stadio: "Fu dura, ma anche una grande soddisfazione". La ristrutturazione era già stata programmata quando Albini prese in mano la vicenda, non avendo quindi molti margini di manovra. E le polemiche sulla pista di atletica? "Era già al tempo obsoleta, di fatto inutile. E la forma a D dello stadio impediva di allargarla", risponde Albini.
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L’ex assessore: “Il Franchi e Italia ’90, vi racconto. Lo stadio resti dov’è, non siamo la Juve”
L'intervista a Tea Albini: "Nuovo stadio? Il bacino d'utenza della Fiorentina è modesto, si ferma alla città e un po' alla provincia. Dov'è il business?"
Poi l'ex assessore ricorda la complessità dei lavori e le problematiche nell'andare a modificare la struttura. "Volevamo coprire dei settori ma ci fu concesso solo di ’allungare’ le coperture alle tribune. Poi ci fu da rinforzare il cemento armato delle curve". In molti - conclude Albini - ritengono quella del 1990 un'occasione sprecata perché poteva essere l'occasione per costruire altrove uno stadio più grande, "ma il bacino d'utenza della Fiorentina è modesto, si ferma alla città e un po' alla provincia. Dov'è il business? Non siamo l'Inter o la Juve, lo stadio sta bene lì dov'è".
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