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NICOSIA, CYPRUS - SEPTEMBER 30: APOEL fans cheer their team on during the UEFA Champions League Group D match between Apoel Nicosia and Chelsea at the GSP Stadium on September 30, 2009 in Nicosia, Cyprus. (Photo by Clive Rose/Getty Images)
Il Corriere dello Sport si concentra sull'Apoel Nicosia, avversario della Fiorentina giovedì in Conference League. E proprio giovedì il club cipriota festeggerà 98 anni di storia.
Lo stadio si prospetta tutto esaurito: il Neo Gsp Stadium, impianto da 22mila spettatori in cui non saranno presenti tifosi viola a causa della squalifica della Uefa, sarà vestito a festa per una gara che vale mezza stagione. Perché in campionato l'Apoel, 29 scudetti e altre 36 coppe nazionali in bacheca, è lontana dagli standard, quarta a otto punti dal primo posto del Pafos (altro eurorivale dei viola); e anche l'approccio in Conference, un punto in due gare contro Shamrock Rovers e Borac Banja, non è stato dei migliori. I gialloblù guidati da Manuel Jimenez, sessantenne andaluso con un'enciclopedica esperienza tra Spagna, Grecia e Medio Oriente, potranno contare su un'atmosfera incandescente che riporta alle gloriose notti di Champions.
Il presente dell'Apoel è ben diverso: parla di una squadra con poco talento e qualche buon calciatore sul viale del tramonto, su tutti il portiere e capitano Belec, cresciuto nell'Inter, e l'ex bandiera del Benfica Pizzi. La stella dovrebbe essere il trequartista tedesco Max Meyer, classe '95 prelevato in estate dal Lucerna per 1,7 milioni, cifra record per queste latitudini. Per il resto un caleidoscopio di nazionalità, con solo quattro ciprioti in una rosa dal valore complessivo stimato attorno ai 15 milioni (la Fiorentina, per intendersi, ne vale 258).
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