La Superlega ci riprova, ma stavolta con un approccio diverso. Niente tentativo di golpe, come al suo lancio, ma apertura al dialogo per intavolare una riforma condivisa. Almeno è questa l’intenzione espressa dal nuovo amministratore delegato della società (Bernd Riechart) cui Juventus, Real Madrid e Barcellona, i soli rimasti a difendere il progetto di nuova competizione, hanno delegato aspetti operativi e finanziari. Un tentativo per tenere in vita un progetto bocciato ieri come riporta La Gazzetta dello Sport, anche dal vice presidente della Commissione, Margaritis Schinas: «La Superlega è un modello che contravviene totalmente a quello europeo dello sport».
Il progetto
La UE boccia la Superlega: “Contro il modello europeo”
Riforma
Un affondo drastico contro il progetto amministrato dalla A22 Sports Management che ha pure portato l’Uefa davanti alla Corte di giustizia dell’Ue per contestarne il monopolio sulle competizioni europee per club. La sentenza è attesa per il 2023, ma il neo a.d. Bernd Reichart ieri ha tentato di uscire dal guado cercando un dialogo onesto, aperto e libero da vincoli.
Modello
Riforma è la parola chiave, ma non percorribile, vista la posizione del già portavoce della Commissione, Schinas: «La Superlega sarebbe un circuito chiuso formato dai club più ricchi che si spartirebbero tra loro circa cinque miliardi di euro l’anno, a discapito degli altri. Questo contravviene totalmente al modello europeo dello sport. Le intese nazionali non sono nostro compito, ma la salvaguardia dell’apertura del calcio a livello europeo lo è, collegato al modello europeo di sport da tutelare». Sulla stessa linea il dirigente dell’Eca, nonché presidente del Psg, Nasser Al Khelaifi, che ha sostenuto la riforma della Champions, allargata a 36 squadre dal 2024 e che dovrebbe drenare 15 miliardi di euro in tre anni.
© RIPRODUZIONE RISERVATA