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Fiorentina sempre più giù. I numeri inchiodano la squadra e ora la crisi preoccupa

Photo by Emilio Andreoli/Getty Images

Gosens, una punizione di Malinovskyi e Toloi danno ragione a Gasperini: finisce 3-0 per i bergamaschi. E Commisso manda la squadra in ritiro

Redazione VN

Su La Gazzetta dello Sport troviamo il resoconto della disfatta viola a Bergamo. Se ieri l’Atalanta di Gasperini e non di Gomez ha funzionato bene - scrive la rosea - la Fiorentina di Prandelli e non di Ribery e Callejon ha convinto molto meno. Come, per ora, i risultati dall’avvento del nuovo tecnico in poi: un punto e un gol in quattro gare, la deriva è quella che fa della sua squadra la peggiore del campionato, dall’inizio di novembre. I numeri la inchiodano e la partita di ieri li ha fotografati impietosamente: la Fiorentina fa una fatica boia a segnare (11 gol in 11 sfide) e ne prende con troppa facilità (ora sono 19, quasi due alla volta). Non vince dal 25 ottobre, non ha un attaccante che fa gol dal 2 ottobre: altro che nuova epoca, oggi di epocale c’è solo la prospettiva di dover lottare per non retrocedere. E visti gli uomini che ha, per la Fiorentina sembra comunque un assurdo.

Ieri Prandelli aveva selezionato quelli con cui disegnare la squadra allineata (due segmenti molto stretti e mobili alle spalle di un Vlahovic sperduto) e coperta studiata per opporre all’Atalanta la densità di un 4-5-1 catapulta. La principale missione, tutta nell’urlo ripetuto più volte dal tecnico: «Ordine!». Dunque spazi chiusi e ripartenze, ma sull’unica riuscita (bene), Vlahovic è stato respinto da Gollini e dalla traversa: peccato mortale, quando si sceglie, o meglio si è costretti ad affacciarsi così poco. Molto lavoro in più per Dragowski, che a Bergamo respira sempre aria di prodezze, ma non è bastato. Alla Fiorentina servirebbe una rivoluzione. La crisi di risultati preoccupa il presidente Commisso: da oggi tutti in ritiro.

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