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La dolcissima rivincita di ADV

Andrea è stato il grande protagonista del debutto al Franchi (COMMENTA)

Redazione VN

La verità è che lui per la Fiorentina ci ha sempre sentito come un matto, anche quando in pochi ci sentivano per lui e intorno sembrava tutto maledettamente buio. Andrea Della Valle, in sintesi Adv, è un emotivo passionale, uno a cui la gente vuole bene perché dice quello che pensa, vive sulla sua pelle gioie e dolori mentre i suoi occhi raccontano fedelmente ogni piccolo movimento dell’ago sul diagramma emozionale.

Andrea Della Valle ama l’odore dello spogliatoio e le regole del calcio vissuto dalla parte dei suoi attori. E quando le cose giravano storte o non giravano proprio lui stringeva i pugni in tasca e si arrabbiava, lottando nell’aria immobile con l’eco di cori che gli facevano a fette il cuore spingendolo sempre un po’ più in là. Quante storie in un tramonto d’agosto sul Franchi, quanti pensieri gli devono esser rimbalzati dentro mentre la sua Fiorentina strappava applausi e faceva prigioniero l’avversario. Quella camicia sudata fradicia, quello sguardo cattivo di chi sta finalmente correndo sulla strada della rivincita.

Adv è stato il vero protagonista della prima di campionato. Forse più lui del fantastico Jo Jo, che pure ha stordito tutti con le due reti che servivano per ribaltare tutto. Adv che esplode in aria col sindaco in maglietta viola. Adv che corre nello spogliatoio e abbraccia Montella e poi ringrazia i suoi giocatori uno a uno. Sì. E poi si fa la doccia, con Jovetic che gli presta una camicia bianca per potersi presentare ai giornalisti. Andrea Della Valle che mormora la parola Champions League quasi senza farsi sentire, che chiede a Macia se questo Berbatov arriva o no, che dice a Jovetic che deve restare perché non è possibile ammazzare l’entusiasmo dei tifosi.

La verità è che il presidente onorario che torna presidente “vero” è la notizia che vale la garanzia su un sogno nuovo di pacca. Nessuno vuole montarsi la testa, ma la voglia di Fiorentina era troppa per tutti. Per Firenze, e per Adv, che un giorno non molto lontano aveva guardato negli occhi i tifosi della Fiesole e aveva detto: «E’ vero, abbiamo commesso degli errori, ma adesso vogliamo ripartire». Già a Moena la gente aveva visto un uomo diverso: sorridente, libero. Lui e i tifosi che si scambiano con gesti e parole quella bella sensazione di novità che sembra danzare nel cuore di tutti. Niente mezze misure, da queste parti. La lezione, in fondo, è questa. E di sicuro tutti hanno ben chiaro in testa, compreso Adv, che l’uscita dal buio è stata ritardata di un bel po’. Ma poi alla fine le cose dovevano cambiare per forza. Solo che rimettere le mani su un’azienda non è così semplice come appare e d’altra parte il rapporto investimenti- risultati nel pallone è più complicato che altrove: le pressioni, gli interessi e gli umori condizionano ogni benedetta giornata.

Ma Adv ci ha sempre creduto, anche quando pochi credevano in lui. Lo diceva anche Diego: di calcio se ne occupa mio fratello Andrea. Che allora ha avuto un colpo di reni e di orgoglio e ha deciso di mettere in moto una mezza rivoluzione, perché ci sarebbe di mezzo anche l’immagine di una famiglia che ama fare le cose per bene e quella desolazione faceva male a tutti. Di sicuro non è un caso se nel frattempo anche il fratello maggiore si è messo a lavorare sull’idea del nuovo stadio. Ma non è certo solo per quello che Adv ha dato spettacolo sulla tribuna del Franchi. È che a volte dentro un urlo c’è davvero di tutto: orgoglio, rabbia, felicità, perfino lacrime e altro ancora. Sì, Andrea è tornato. E la Fiorentina con lui.

Benedetto Ferrara - La Repubblica