Moise Kean parla di tanti temi nell'intervista a Repubblica, analizzando la sua infanzia e i suoi stimoli oltre al calcio
Dopo la prima parte di intervista di ieri, sull'edizione odierna di Repubblica troviamo un secondo estratto delle parole di Moise Kean, che analizza la sua nuova avventura in maglia viola. Un'opportunità importante per la sua carriera, che gli può consentire di prendersi gol, Europa e Nazionale. E le sensazioni sono già quelle giuste. Dal ritiro di Preston l'attaccante rilancia le ambizioni che un tempo furono di Vlahovic, uno che di Firenze e della sua gente gli ha sempre parlato bene. E, in parte, se oggi Kean è viola lo deve anche ai suoi consigli.
Fuori dal campo
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L'attaccante spiega innanzitutto il suo rapporto con la musica e il fatto che dopo la sessione sul prato verde si dedichi a comporre canzoni, soprattutto rap, con tanto di singolo scritto a quattro mani con Leao. Un'infanzia però col pallone in testa, già ben chiaro negli obiettivi, fino ad oggi: il classe 2000 si sofferma su tanti temi, passando anche per il rapporto con i social come passatempo, specificando che nel famoso video con i bambini e il bersaglio intendeva farli vincere. Quindi, un pensiero sul poco talento italiano: "Non riusciamo a sfruttarli bene, anche io sono dovuto andare all'estero per far capire che ci sono tanti giovani italiani bravi. Manca l'approccio giusto" spiega.