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La Repubblica
Qualcuno a Milano ne è fortemente convinto: tra una settimana, nella sfida contro la Fiorentina, per Luka Jovic sarà già un dentro o fuori. Un’ultima occasione che potrebbe cambiare il destino di un giocatore in cerca di sé stesso. Poche apparizioni con la maglia del Milan, nessuna in Champions: 223’ in totale e nessun tiro nello specchio della porta avversaria. Le critiche, i malumori, un ambiente che già lo ha etichettato come fuori luogo e non all’altezza di una squadra, quella rossonera, che non può permettersi altri passi falsi nella corsa verso il primo posto. Jovic sarà al centro dell’attacco, sabato prossimo. Complice la squalifica di due giornate inflitta a Giroud, infatti, il tecnico Stefano Pioli non ha altre soluzioni. Il serbo sarà faccia a faccia col suo recente passato e con quell’allenatore, Vincenzo Italiano, che era riuscito in qualche modo a trarre il massimo ( o quasi) da un centravanti che dopo il salto al Real Madrid ha smarrito la direzione sulla bussola del suo talento. È stato tutto così veloce nella carriera del serbo, che a soli 25 anni pare essere già nella fase discendente di un percorso che ha toccato l’apice con l’Eintracht Francoforte nella stagione 2018/19. Quella al Meazza ( sabato 25 alle 20,45), contro Gonzalez e compagni, sarà già cruciale per Jovic. Proprio contro la Fiorentina, che lo aveva presocon una formula molto particolare e inedita dal Real Madrid con la speranza di poterlo rilanciare. «Voglio farne 30 » , rispose a chi in ritiro a Moena (estate 2022) gli chiese quale fosse il suo obiettivo in termini di gol in viola. Ne farà 13, divisi tra campionato e Conference League. Alcuni di pregevole fattura, altri comunque decisivi. La rete all’esordio contro la Cremonese, quella che illuse i viola contro l’Inter, la bellissima torsione di testa proprio col Milan che fece impazzire il Franchi, il gol della rimonta contro la Roma in una delle ultime sfide e la grande occasione di giocare da titolare la finale di Conference contro il West Ham. Lui che nella semifinale, a Basilea, prima mandò alle stelle una clamorosa palla gol e poi si inventò l’assist all’ultimo secondo per Barak alle sue spalle. Voleva portarsi via un trofeo, furono lacrime e niente più. La storia con la Fiorentina, di fatto, si è chiusa quella notte a Praga. Sostituto per infortunio. L’estate, oltre all’amichevole aBelgrado contro la “sua” Stella Rossa, l’ha portato via da Firenze. A riportarlo La Repubblica.
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