Per Vincenzo Italiano, che vive il pallone come "una ragione di vita", il mondiale in Qatar è un corso di aggiornamento. Perché si sa, anche a certi livelli non si smette mai di imparare. La prima lezione - scrive il Corriere Fiorentino - è arrivata dall'intensità del Marocco di Sofyan Amrabat. Senza questo ingrediente nel calcio di oggi non si va da nessuna parte.
Corriere Fiorentino
Intensità, recupero palla, terzini, cambi: gli appunti mondiali di Italiano
RECUPERO PALLA
—Per rendersi pericolosi è fondamentale farlo nella metà campo avversaria. Altro concetto, questo, da sempre caro a Italiano e sul quale (anche grazie ai dati elaborati dai tecnici, tra cui Wenger e Zaccheroni, cui la Fifa ha affidato il compito di analizzare le diverse partite) ha capito di dover insistere. Il calcio sta diventando come il basket: l'importante è concludere l'azione offensiva il più rapidamente possibile. Nel calcio di oggi insomma, è tornato di moda il contropiede. Con una differenza: non si aspetta abbassandosi, ma si aggredisce in avanti. Anche per questo, e lo ha fatto notare anche Wenger, chi ha difensori bravi a trasformarsi in attaccanti può fare la differenza.
I TERZINI
—Un discorso che vale soprattutto per i terzini (Hakimi, Theo Hernandez, Dumfries, Marzaoui) che si trasformano in ali (anche loro, quelle vere, fondamentali visto che centralmente si sfonda sempre meno) ma anche per quei centrali che si sostituiscono ai registi, eludendo così la densità avversaria. Nei viola questo compito spetta a Biraghi ma Italiano è convinto che debba essere Dodò a dare una marcia in più.
I CAMBI
—I cambi stanno diventando sempre più importanti. Soprattutto con i maxi recuperi visto che, dati alla mano, si segna sempre più negli ultimi 10’ di partita e, molto spesso, oltre il 90’. Una statistica confortante per la Fiorentina, seconda in serie A per punti pescati dalla panchina.
L'ATTACCANTE
—Su questo Italiano non può stare tranquillo e può solo sperare che, qualche appunto, lo abbiano preso anche i dirigenti.
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