Un anno e mezzo fa Belotti decise di non rinnovare il contratto e, a parametro zero, se ne andò alla Roma. Una scelta sofferta, arrivata dopo mesi di silenzio che non fecero altro che alimentare la rabbia e il rancore della gente. Poi, poco prima di firmare per i giallorossi, il centravanti scelse Instagram per pubblicare una lunga lettera. «Per me è difficile spiegare quello che abbiamo vissuto insieme in questi sette anni: sono arrivato che ero poco più di un ragazzino e, giorno dopo giorno, sono cresciuto, basandomi sui valori che questa squadra rappresenta. Voglio ringraziarvi per come mi avete fatto sentire, voi, per me, c’eravate sempre, il vostro affetto mi spingeva a dare di più e a lottare per l’unico pensiero che ho sempre avuto: proteggere la maglia». Parole forti, che non sono servite però a farsi perdonare dal popolo granata. Anche perché, al primo incrocio da avversari, Belotti fece di tutto pur di segnare. Era il 13 novembre scorso quando all’Olimpico l’attacccante oggi alla Fiorentina si presentò dal dischetto, «rubando» il rigore a Dybala.
Risultato? Tiro sul palo, mani sul volto e, nei giorni successivi, i profili social invasi dagli insulti di tutte e due le tifoserie. Quella del Toro, e quella della Roma. Per questo insomma, quella di sabato sera per lui non sarà e non potrà essere una partita normale".
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