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“Franchi da demolire”, ma è incostituzionale: la battaglia culturale (e legale) non finisce

Una questione che assume contorni ingombranti

Redazione VN

Duro articolo del storico dell'arte TomasoMontanari oggi sul Fatto Quotidiano. Argomento: lo stadio Artemio Franchi, che, come si legge nel titolo, "va demolito (stracciando la Costituzione)". Se Wembley e lo Yankee Stadium sono stati distrutti e adesso sono ancora lì, più belli di prima, allora lo stesso può accadere allo stadio di Firenze. E se "distruggere" è un termine troppo forte, il presidente Commisso può accontentarsi di "rifare" (90 GIORNI PER CAPIRE SE SI POTRA' DAVVERO). Il Ministero si è dimostrato riluttante alle nuove disposizioni, ricordando che non si può preservare un monumento solo estrapolandone alcune parti e devastando l'insieme, ma la legge "ad stadium" favorisce le idee della Fiorentina, disposta a salvare scale elicoidali e Torre di Maratona, ma non le pensiline.

La subordinazione dell'interesse culturale a quello sportivo ed economico, nota il Consiglio Superiore dei Beni Culturali, è incostituzionale. E' possibile che la Corte Costituzionale abroghi questa disposizione, ma questo potrebbe avvenire dopo che la Fiorentina avrà già fatto la sua mossa. Il problema, fino ad oggi, era rappresentato dal massiccio centro commerciale che nei piani dovrebbe sorgere insieme al nuovo impianto; Marco Nervi, il nipote di Pier Luigi (artefice dello Stadio) ha già diffidato la Fiorentina dall'alterare la percezione dell'opera del nonno. In sostanza: bene adattare lo stadio alle esigenze di oggi, ma ci si limiti a questo, altrimenti l'opera ne risulterebbe danneggiata. La petizione online per salvare il Franchi ha già 22mila firme, e la battaglia culturale, oltre che legale, è appena iniziata.

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