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Lo aveva definito appena pochi mesi fa «il fallimento più grande della mia vita», riferendosi alla possibilità di realizzare uno stadio nuovo che invece nessuno gli ha mai consentito neanche solo di progettare. Normale, dunque, che dall’altra parte del pianeta l’umore di Rocco Commisso dopo l’ennesimo ostacolo intercorso nell’iter di ristrutturazione del Franchi non possa che essere dei peggiori. Per quanto sull’opera voluta dal Comune di Firenze il patron non abbia mai dato il suo aperto appoggio, il bando per le offerte dei lavori andato deserto dopo sei mesi di attesa è stato preso in casa viola come l’ennesimo passo falso di un percorso a tappe dall’epilogo ancora incerto. E che aveva avuto già un precedente quando, nel 2020, non era stata presentata alcuna proposta per l’acquisto dei terreni della Mercafir, l’area dove all’inizio Palazzo Vecchio aveva proposto a Commisso di realizzare il suo stadio di proprietà («Bisogna fare presto chiarezza sull’argomento» ha ribadito nelle scorse ore il dg Barone). Lo sottolinea il Corriere dello Sport.