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Il commento: “Italiano rimane in silenzio, ma scappando non si diventa forti”

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Calabrese commenta l'assenza di Italiano dalla conferenza stampa: "Mi chiedo che tipo di rapporto voglia instaurare la Fiorentina con la città"

Redazione VN

Giuseppe Calabrese, noto giornalista, ha commentato sulle pagine di Repubblica la scelta della Fiorentina di non fare conferenze stampa, ma limitarsi ha qualche domanda esposta dai propri canali social:

C’è qualcosa che ci sfugge nel silenzio di Italiano alla vigilia della Samp. Soprattutto perché non è la prima volta. Di solito non parlare è un segnale di debolezza. Oppure si vogliono colpire i giornalisti. In realtà gli unici che ci rimettono sono i tifosi, che in questo periodo vanno allo stadio ogni tre giorni e parimenti vorrebbero sentire cosa pensa il loro allenatore ogni tre giorni. Invece no, Italiano preferisce evitare le domande e affida ai canali del club due dichiarazioni di maniera. Tutto lecito, sia chiaro, ma ci chiediamo che tipo di rapporto voglia instaurare la Fiorentina con la città. Non è scappando daqualche domanda scomoda che si dimostra di essere forti. Anzi, è vero il contrario. E non è nemmeno facendo di tutta un’erba un fascio che si supera il problema. Sì, d’accordo, anche altre società fanno così, parlano in Europa (dove sono obbligate, peraltro) e tacciono alla vigilia delle partite dicampionato, ma non è omologandosi che si cresce. Paradossalmente la società viola dovrebbe fare tutto il contrario, e oltre a far parlare il tecnico, durante la settimana dovrebbe far parlare anche i suoi giocatori (che appena tornano nel proprio Paese o vanno in Nazionale parlanoeccome). Alla Fiorentina c’è stato un tempo, ormai lontano, in cui ogni giornalista, ogni giorno, poteva chiedere di parlare con un giocatore diverso. Era un altro calcio, d’accordo, ma tra quello di allora e questo di oggi c’è un abisso di simpatia, relazioni, empatia. Detto questo ci adeguiamo, purnon comprendendo i motivi del silenzio. E tra le cose da mettere a posto c’è senza dubbio anche la comunicazione, che alla Fiorentina difetta parecchio. Non lo diciamo per noi, ma per la gente. Per quelli che comprano i giornali, ascoltano le radio o guardano le tv invece di smanettare sul web. Ma, se ci è consentito, lo diciamo soprattutto per la Fiorentina, che in passato quando ha avuto bisogno di sostegno non ha esitato a bussare nelle redazioni e oggi ha alzato il muro di uno schermo tra sé e tutto il resto. Non è così che si costruisce un’identità e si impara a vincere anche fuori dal campo

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