La Fiorentina ha ritrovato il sorriso. Diretta conseguenza dei tre punti contro il Milan e di una prestazione che ha dato fiducia ed entusiasmo a tutto l'ambiente, dando stabilità a un tecnico che ha faticato a incastrarsi con aspettative e ambizioni della nuova piazza. Che l'era Palladino fosse iniziata nel segno della discontinuità rispetto al triennio Italiano lo si era intuito dalla 'tabula rasa' fatta dopo la finale di Atene. Il nuovo ciclo sembrava potesse subito distanziarsi da quello precedente per una svolta tattica forte, dalla difesa a quattro alla linea a tre, invece la differenza Italiano-Palladino è più concettuale. Prima la priorità andava alla filosofia di gioco, un modo di interpretare le partite in maniera fissa, con qualche piccola variabile. Adesso invece le idee sono al servizio dei singoli, e non viceversa: l'ex Monza ha riportato al centro loro, i giocatori. Con alcuni di loro ha instaurato subito un rapporto costante, basti pensare a Moise Kean. Ha trovato, all'interno dello spogliatoio, singoli su cui puntare, azzerando le gerarchie. Dodo, Comuzzo, Ranieri, Cataldi i suoi nuovi leader, futuri senatori della Fiorentina che verrà. Lo riporta il Corriere dello sport.
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Idee al servizio dei singoli. Palladino mette al centro del progetto i giocatori
Il Corriere dello sport riporta le sensazioni dell'ambiente viola dopo la vittoria contro il Milan e il lavoro svolto da Palladino
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