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I reduci viola dell’era Pioli: dai fedelissimi chi lo ha mal digerito

German Pezzella of ACF Fiorentina mostra la fascia nel ricordo di Davide Astori (Photo by Gabriele Maltinti/Getty Images)

Da Biraghi, Pezzella e Milenkovic a coloro che non giocavano: ecco chi è rimasto a Firenze da quando Pioli ha detto addio

Redazione VN

Dici Stefano Pioli e pensi alla Viola, a un dramma da gestire, a uno spogliatoio smarrito da unire. Così gazzetta.it parla dell'esperienza a Firenze del tecnico rossonero, stata segnata dalla tragedia Astori e da un legame che tutt'ora è indissolubile. Di quella squadra sono rimasti in nove, tutti ancora legatissimi a Pioli. Per Vlahovic è un secondo padre, mentre i fedelissimi del "piolismo" sono Milenkovic, Biraghi e Pezzella. "Maestro, riferimento, unico": lanciati o rilanciati dal tecnico, adesso sono grandi e tutti giocatori da nazionale. Meno riconoscente (forse) è Dragowski, a cui l'allenatore preferì prima Sportiello e poi Lafont: otto partite in un anno e mezzo prima del prestito a Empoli e del ritorno da protagonista. Al suo posto arrivò Terracciano, quasi 4 mesi con Pioli e due partite contro Lazio e Cagliari. Un'altra storia particolare è Eysseric. Ci ha messo un po' per riprendersi la maglia viola, dopo 21 partite e un gol nella stagione d'esordio fu messo da parte. "Non vinciamo da 8 partite ma non cambiano mai i titolari. Qui sto perdendo tempo" fu l'attacco velato a Pioli. Gli ultimi reduci sono Maxi Olivera e Montiel, rispettivamente riserva e giovane promettente: lo erano allora, lo sono tutt'oggi.

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