La Repubblica dedica un approfondimento alle idee di Raffaele Palladino. Il nuovo tecnico viola chiamato ad aprire un ciclo dopo il triennio di Vincenzo Italiano. Palladino è uno attento ai dettagli, dall'umore dei giocatori alla parte tattica. Allenamenti più lunghi rispetto alla gestione precedente e con un'intensità altissima, senza pensieri esterni al gioco. Un'attenzione costante al campo e una sintonia fra rosa e staff. Poi c'è quella finsionomia tipica di Gasperini, col cronometro sempre in mano.
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Guida al Palladino-ball, tra verticalità e pressing. L’ossessione alla Gasp
I principi tattici
—I conetti sono chiari, ripartenza dal basso, occupazione degli spazi per andare a riaggredire, verticalizzazioni e linea difensiva compatta. Il portiere in primis dovrà rischiare molto di più con i piedi. Nel 3-4-2-1 i braccetti sono liberi di avanzare e scambiare le posizioni con gli altri giocatori. Gli esterni devono macinare km e sprintare a più non posso, sono elementi fondamentali nel pensiero di Palladino. Niente più regista nel mezzo, ma due giocatori di intensità e fisicità in grado di schermare e verticalizzare il prima possibile. Poi l'ocupazione degli spazi tra le linee dei trequartisti, con la qualità di Nico e Colpani. Beltran e Sottil dovranno salire di giri per guadagnarsi il posto da titolare. Poi c'è Kean, che non dovrà solo garantire gol, ma sciorinare tutto il suo repertorio fatto di scatti, difesa de pallone e dialogo. Concetti espressi al Viola Park e in Inghiltterra, con le gerarchie degli ultimi 3 anni azzerate
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