Visto che già lo chiamavano il «Secco», sarebbe stato alquanto pericoloso ripetere la forzata cura dimagrante che quattro anni prima aveva trascinato il suo amico Chiarugi sull’orlo dell’anoressia per via dell’addio a Firenze. Il dolore per il distacco però era lo stesso del compagno del secondo scudetto e nel 1976 Claudio Merlo passò un’estate di tormenti, quando ormai trentenne il suo antico maestro Beppe Chappella decise di volerlo a tutti i costi a Milano, sponda nerazzurra. Lui ci andò con ben poca convinzione, quasi spinto dalla società e del tutto incurante degli 800 milioni di lire spesi da Fraizzoli per il suo cartellino. Soldi benedetti nelle anemiche casse viola, quattrini che permisero al presidente Ugolino Ugolini di ripetere il solito tormentone — ancora oggi valido — di fine mercato: «Il miglior acquisto? Non abbiamo ceduto Antognoni».
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Guetta scrive: “I tormenti nerazzurri di Merlo il «secco»”
Un estratto dell'articolo di David Guetta sul Corriere Fiorentino
http://www.violanews.com/stampa/adani-cholito-un-gradino-sopra-a-icardi-pjaca-se-gioca-sara-decisivo/
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