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Franchi, il restyling si farà: andrà avanti un pezzo alla volta

Franchi, il restyling si farà: andrà avanti un pezzo alla volta - immagine 1
Il restyling dello stadio Artemio Franchi si farà, andando oltre le problematiche: i lavori verranno svolti "a lotti"
Redazione VN

Il nuovo stadio Franchi per step, ossia intanto una sorta di “lotto 1”, la parte più corposa e finanziabile coi 135- 140 milioni assegnati dallo Stato, ovvero le nuove curve e la copertura, magari senza i pannelli fotovoltaici in cima. Poi, quando e se arriveranno anche i 55 milioni ora sfumati dal Pnrr, il “lotto 2”, quel che manca: la parte commerciale interna, i sotto curva, le sistemazioni urbane. Giusto ieri il ministro dello sport Abodi ha chiarito che per adeguare gli stadi italiani a Euro 2032 occorreranno 1,5 miliardi di euro e certo Firenze potrebbe avere la sua parte e trovar lì i 55 milioni. Oppure chissà, forse un domani le opere mancanti potranno anche essere fatte da chi prenderà in gestione l’impianto in cambio di un accordo sul canone annuale. Anche se la Fiorentina ora non ne vuole sentir parlare. Renzi continua a cannoneggiare chiedendo che Palazzo Vecchio sospenda la gara, Commisso ha avvertito che lui ora non tirerà fuori un penny per mettere una toppa ai soldi che l’Europa non dà più (il progetto vale 200 milioni, ne mancano 55), ma la linea di Dario Nardella non cambia: tirare dritto col bando di gara e intanto premere sul governo per i soldi. La procedura d’invito alle ditte per fare i lavori ( e il progetto esecutivo), che vale 200 milioni, non verrà fermata ora. Come scrive La Repubblica, quando ci sarà la revoca formale dei 55 milioni verrà forse rivista e andrà fatto un contratto adhoc col costruttore individuato. Un contratto “ a lotti”, anche se Palazzo Vecchio ufficialmente non ne parla.

Il percorso scelto da Nardella

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La via maestra resta la gara in corso e «il governo non può non prendersi l’impegno a trovare una soluzione per sostituire queste risorse», dice Nardella a Controradio senza tuttavia escludere il “modello teatro del Maggio”: «Abbiamo fatto molte opere pubbliche in vari step. Si guardi al teatro dell’Opera, il progetto era unico ed è stato fatto a step, via via che arrivavano i finanziamenti. A noi manca solo una parte minoritaria del budget quindi intanto partiamo, rischiamo di perdere anche quelli che già abbiamo» spiega il sindaco.

Peraltro. senza più il vincolo di un finanziamento diretto europeo Pnrr, forse anche la faccenda del trasloco della Fiorentina potrebbe prendere un’altra piega: il governo potrebbe concedere una deroga sul 2026 ai denari per ora assegnati trattandosi di un fondo nazionale e poter fare i lavori a step renderà comunque il trasloco forse non obbligato. Se fosse necessario, Empoli è opzione complicata: si valutano il Ridolfi e il Padovani, ma per l’adeguamento servirebbero 3 milioni.

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