Cosa è cambiato adesso? Prima di tutto i rapporti fra Roma e il patron viola che, dall’inaugurazione del Viola Park ha avuto alcuni faccia a faccia con esponenti di primo piano del governo: dal ministro dello Sport, Andrea Abodi al ministro dell’Interno, Matteo Piantedosi oltre a una vicinanza, della quale non ha mai fatto segreto, con il sindaco di Bagno a Ripoli, Francesco Casini, in quota Italia Viva, partito che ha già incendiato la campagna elettorale per le amministrative del 2024. La contropartita per l’investimento della società viola potrebbe essere un allungamento dei tempi sulla concessione del Franchi o la gestione delle aree commerciali interne allo stadio. Oppure uno sconto sull’affitto da far pagare alla Fiorentina. Resta da capire e, a questo serviranno anche i faccia a faccia con il Comune e il governo, se la cifra da piazzare sul tavolo del restyling sarà di 55 milioni di euro o se esistano voci di spesa, come quella legata alla rifiniture, che possano fari lievitare il totale dei soldi mancanti. A fine operazione la società avrebbe finanziato circa un terzo dell’operazione di restyling del Franchi che rinascerebbe così su tre gambe: fondi dello Stato, capitali privati della società viola e mutuo acceso dal Comune che verrebeb poi ’ripagato’ dagli incassi della concessione. E l’inghippo sarebbe proprio qui perché, a conti fatti, significherebbe per la Fiorentina, tirare fuori 10 milioni di euro all’anno, seppur per uno stadio nuovo di zecca: un po’ troppo dopo l’apertura sui 50 milioni".
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