Fiorentina-West Ham è anche un testa a testa tra Commisso e Sullivan

L’esuberante David Sullivan, classe 1949, numero uno del West Ham e il vulcanico Rocco Commisso, classe 1949, presidente della Fiorentina. Sarà anche questa una sfida in vista della finale di questa sera in programma all'Eden Arena di Praga. L’ex re delle riviste porno inglesi e l’ex ragazzino calabrese che in Usa ha creato un impero da 2 miliardi nelle telecomunicazioni. Come racconta il Corriere.it, Sullivan oggi è un ricchissimo «disoccupato» (così risulta all’anagrafe), mentre Commisso un businessman che tuona contro la burocrazia in Italia. David ha il West Ham in utile e ringrazia anche un signore che ha da poco comprato il 27% del capitale: si chiama Daniel Kretinsky, il suo gruppo ha 37 miliardi di ricavi, 22mila dipendenti e molti italiani gli pagano l’energia che produce. Rocco ha chiuso il 2021-2022 con 46,8 milioni di utile ringraziando Chiesa e Vlahovic, lasciati in eredità dai Della Valle, valorizzati e monetizzati: oltre 100 milioni di plusvalenza in due.

Del Commisso imprenditore

Del Commisso presidente di calcio, della sua passione e delle sue esternazioni, sappiamo quasi tutto. Un po’ meno dell’imprenditore anche perché la sua naturale propensione alla comunicazione non trova riscontro nel segmento corporate pur essendo Mediacom Communications Corporation (Mcc,) un gruppo di servizi tv e internet via cavo «esposto» al pubblico, con 1,4 milioni di clienti nel Midwest e Southwest statunitense (famiglie e aziende), ma soprattutto in vetrina con la Viola nello sport più seguito. Sul sito ufficiale di Mcc le ultime informazioni finanziarie risalgono al gennaio 2022 e riportano in sintesi i dati di bilancio del 2021, per altro «unaudit», ovvero non certificati. Sul sito della Fiorentina si legge che Mcc «è quotata in Borsa». In realtà non lo è più da 13 anni.

Gli investimenti di Commisso

Complessivamente tra acquisto, versamenti e sponsorizzazioni, Commisso ha investito nel club più di 400 milioni. E a gennaio 2023 ha incassato il rating BBB+ con outlook stabile di Standard & Poor’s per il gruppo Mcc. È una valutazione sui rischi di credito che conferma la fascia investment grade (l’indicatore di affidabilità per gli investitori istituzionali) e che sottolinea l’adeguata capacità del gruppo di rispettare gli obblighi finanziari. S&P indica nel suo report che i ricavi rimarranno stabili, anzi potrebbero avere una minima contrazione a 2,1 miliardi, da qui al 2024 mentre l’ebitda, che è un margine operativo lordo molto indicativo della salute aziendale, dovrebbe restare oltre il miliardo di euro. Ma non lo sapremo mai con certezza: i bilanci ufficiali non vengono pubblicati. Si va in Delaware anche per dribblare le seccature burocratiche imposte altrove dalle regole e dalle prassi sulla trasparenza. A Praga, invece, si va solo per vincere.