Ci sono quelli che «bisogna aver coraggio nel far giocare i giovani italiani» e quelli che «a parole tutti vogliono puntare sui ragazzi ma quando i punti pesano non si può pensare di puntare soltanto su di loro». Uno scontro tra filosofie che negli ultimi giorni, a causa del tonfo della Nazionale agli Europei, è tornato d’attualità. La verità sta nel mezzo e in un concetto forse banale ma che quasi tutti gli allenatori (in pubblico o in privato) amano ripetere: «A me interessa che un calciatore sia bravo, non sto a guardare la carta d’identità».
Corriere Fiorentino
Fiorentina, largo ai giovani: tra talento italiano e nuovi rilanci
Di certo c’è che negli ultimi anni poche società hanno dato al calcio italiano un contributo pari a quello della Fiorentina. Basta pensare a Chiesa e Bernardeschi (entrambi campioni d’Europa), e poi a Mancini, a Kayode, a Ranieri. Tutta gente cresciuta nel settore giovanile viola e che, a Firenze o altrove, è diventata grande. Un serbatoio prezioso insomma, con la speranza che grazie al Viola Park possa diventare sempre più produttivo. Oggi per esempio, a poco meno di una settimana dal via del ritiro, ci sono otto ragazzi pronti a presentarsi agli ordini di mister Palladino. Stiamo parlando di Christian Dalle Mura (22), Lorenzo Lucchesi (21), Pietro Comuzzo (19), Niccolò Pierozzi (22), Lorenzo Amatucci (20), Alessandro Bianco (21), Costantino Favasuli (20) e Filippo Distefano (20).
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