Con tanta sofferenza, ma alla fine la Fiorentina ha conquistato la qualificazione alla semifinale di Conference League. Su La Nazione troviamo i commenti di Stefano Cecchi, Benedetto Ferrara, Angelo Giorgetti e Cosimo Zetti. Li riportiamo qui sotto:
La Nazione
Fiorentina in semifinale: le opinioni di Cecchi, Ferrara, Giorgetti e Zetti
STEFANO CECCHI
—Sul confine della sua pagina più buia la Fiorentina, con il cuore e con i nervi, trova la forza per riaccendere la luce e riscrivere il proprio romanzo europeo. Una squadra per larghi tratti impalpabile, spesso confusa e con un arbitraggio discutibile. Sembrava persa la squadra viola, prigioniera di un tunnel di paure e non gioco. Ma il calcio è storia di episodi e quel colpo di Sottil, come una spugna magica, ha cambiato il corso della fortuna, restituendole una semifinale europea. Con la speranza che il Grande Spavento possa trasformarsi in propellente per il proseguo di coppa.
LEGGI ANCHE
BENEDETTO FERRARA
—E’ come pensare di andare al cinema a vedere una commedia sentimentale per poi scoprire che sullo schermo scorre un horror da brividi che, per fortuna, ha un lieto fine che ti rimette al mondo. Che storia: al Franchi succede davvero di tutto, però ciò che conta è aver conquistato una semifinale che vale tanto, tantissimo. Soprattutto se da questa sfida la Fiorentina ha imparato la lezione.
ANGELO GIORGETTI
—Non è stata una partita, ma piuttosto un insieme di circostanze sciagurate a livello individuale (Venuti, Terzic) e collettive (la Fiorentina ha perso lucidità nella baraonda). Fra le sciagure aggiungiamo anche un arbitraggio che avrebbe fatto perdere la pazienza a chiunque, ma la Fiorentina avrebbe dovuto essere più forte di tutto avendo già in tasca tre quarti di qualificazione. E invece no.
COSIMO ZETTI
—Italiano aveva avvertito: vietato mollare, niente cali di tensione, guai a sottovalutare la partita. Evidentemente aveva già intravisto qualcosa di diverso nell’atteggiamento della squadra perché la Fiorentina di ieri per almeno 70 minuti non è uscita neppure dal tunnel degli spogliatoi. Lo avevamo detto: questa è una squadra capace di tutto, è l’unica vera artefice del proprio destino, nel bene e nel male. Così, quando dopo appena otto minuti il Poznan è passato in vantaggio, si sono materializzati quei fantasmi già visti nella gara interna contro il Braga. Inutile girarci intorno: prendere tre gol su tre tiri e dilapidare il vantaggio accumulato in Polonia è stato un po’ come scegliere la via del suicidio.
© RIPRODUZIONE RISERVATA