Benedetto Ferrara, sulle pagine della Nazione, commenta così i temi caldi in casa Fiorentina:
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Ferrara: “Il centro sportivo e due possibili trofei. Sì, ma lo stadio?”
"Il centro sportivo c’è. Lo puoi toccare. Pazzesco. Quindi in realtà io dovrei essere felice. E’ primavera, il centro sportivo è quasi pronto e la mia squadra è in corsa per due trofei. E allora lei si chiederà: qual è il problema?"
Nel tempo ho avuto diversi centri sportivi. Quarant’anni fa ci allenavamo a Santa Brigida. Almeno nella nostra immaginazione. Qualche anno dopo a Bagno a Ripoli. No. Era troppo presto. Così ho traslocato a Incisa, la terra del Violone. Il vino, sì. Poi il colpo di scena. E questa volta è tutto vero. Il centro sportivo c’è. Lo puoi toccare. Pazzesco. Quindi in realtà io dovrei essere felice. E’ primavera, il centro sportivo è quasi pronto e la mia squadra è in corsa per due trofei. E allora lei si chiederà: qual è il problema? Già. Il problema si chiama stadio e me lo porto dietro da un bel pezzo. Ho la vita piena di plastici. Ho immaginato la rivoluzione a Novoliland. Ho visto coi miei occhi il mercato ortofrutticolo trasformato in una piccola Tokyo. La via del lusso al posto del banco di melanzane, viale Guidoni come la quinta strada a New York. Ci avevo fatto la bocca. Poi ho trasferito le mie visioni a Campi, là dove negli anni ’90 avevo vinto un prosciutto alla ruota di Montespertoli, quella della Festa dell’Unità che poi ha lasciato il posto alla festa delle zanzare. Quindi sono tornato davanti al Bar Marisa aspettando il Franchi reloaded. Mi sono finito il cervello per capire dove saremmo andati a giocare quando ci sarebbero stati i lavori e mentre cercavo una soluzione scopro che mancano 55 milioni perché dicono che il Campo di Marte non è una periferia degradata. Ma solo perché non hanno mai visto i bagni delle curve. Dottore, mi dica che non sono grave. Come dice? Ok, devo distrarmi. Penserò all’Inter, a Cremona, alla Polonia. Giusto, una cosa per volta. Niente plastici, prometto. Ok, ma la scuola Marescialli? Empoli? Scherzavo. Arrivederci dottore. A presto… e forza viola. Sempre
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