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Federcalcio, il taglio della A da 20 a 18 squadre: mossa che non funziona

FERRARA, ITALY - FEBRUARY 22:  A official ball of serie A is displayed during the Serie A match between SPAL and  Juventus at Stadio Paolo Mazza on February 22, 2020 in Ferrara, Italy.  (Photo by Pier Marco Tacca/Getty Images)

L'assemblea della Federcalcio per parlare della riduzione delle squadre dal campionato di Serie A non è andata a buon fine.

Redazione VN

Nella giornata di ieri, è stata effettuata un'assemblea da parte della Federcalcio, invocata dal presidente federale Gabriele Gravina, per decidere di cambiare il numero di squadre facenti parte al campionato di Serie A, dalle 20 attuali a 18. Questa scelta - scrive Il Corriere della Sera - era già stata annunciata anni fa dal vecchio presidente Tavecchio e Gravina, dopo la sua rielezione aveva espresso in modo concreto di volerla portare avanti. Come già presente in Bundesliga, e da poco approvata anche in Ligue 1, l'idea di diminuire il numero di squadre nel campionato di Serie A non farebbe altro che agevolare l'impatto economico sul campionato stesso. Nella prima parte dell'assemblea i presidenti delle squadre si sono limitati ad ascoltare, senza esporre nessun parere sull'idea proposta.

Quella di Gravina non era un'imposizione, ma semplicemente un'idea aperta ad un dibattito. Sicuramente non sappiamo quali squadre possono essere a favore di una situazione del genere e soprattutto quante di esse diventerebbero beneficiarie del paracadute. In modo particolare con l'avvento, dal 2024, del nuovo format della Champions League, dove verranno giocate più partite, e quindi, togliere due club permetterebbe alle squadre che ne parteciperanno, di avere un momento di relax. Il clima di scetticismo in questo momento prevale, soprattutto dopo la perdita di 1 miliardo e 200 milioni causa Covid. Così nella giornata di domani, il presidente Gravina ha indetto un'altra assemblea a Roma, convocando non solo i club della massima serie, ma anche quelli di Lega B, Lega Pro, Dilettanti, allenatori e calciatori. I club di Serie A non si sono sbilanciati su una decisione, quindi la parola spetta al padrone di casa, ma la strada sembra in salita.

 Gabriele Gravina
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