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La Nazione

Difesa alta, occhio ai segnali. Quei criteri ignorati da Pairetto

Difesa alta, occhio ai segnali. Quei criteri ignorati da Pairetto

L’espulsione di Dragowski ha condizionato la partita. Poi la squadra ha sofferto con la linea arretrata così aggressiva

Redazione VN

Focus sull'episodio chiave che ha portato all'espulsione di Dragowski dopo 17' di Roma-Fiorentina all'interno de La Nazione. Gira tutto abbastanza male per la Fiorentina - si legge sul quotidiano - che gioca con la difesa alta e la buona sorte bassa: pochi centimetri di fuorigioco e sempre controvento, il Var che si mette di traverso, l’arbitro che non aiuta, soprattutto per l’espulsione severa di Drago-stuntman dopo 17 minuti. Chi si difende alto deve essere attentissimo e velocissimo, oltreché in certe circostanze fortunato. E dopo 17 minuti, quando l’arbitro ha deciso di far uscire dal campo Dragowski, la lezione è stata dura. Anche perché sulla «chiara occasione da gol» l’arbitro Pairetto ha interpretato in modo punitivo per il portiere viola tre criteri su quattro.

Dice infatti il regolamento che sono decisivi la distanza tra il punto in cui è stata commessa l’infrazione e la porta (1), la direzione generale dell’azione di gioco (2), la probabilità di mantenere o guadagnare il controllo del pallone (3), la posizione ed il numero dei difendenti (4). Anche senza arbitri, né tantomento Pairetto, si converrà che Abraham era lontano assai dalla porta e la palla stava dirigendosi verso l’esterno, mentre almeno tre difensori viola erano in linea centrali e pronti a proteggere i pali; l’unico criterio a favore era dunque quello della ’possibilità di mantenere o guadagnare il controllo della palla’, che Abraham avrebbe raggiunto dopo aver saltato Drago. Rosso diretto e qui la discrezionalità è stata totale.

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