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La Repubblica
Oggi sarà tra gli osservati speciali, in estate è stato nella lista dei giocatori che la Fiorentina aveva opzionato per migliorare il proprio reparto offensivo. Boulaye Dia è la classica sliding door del mercato: profilo che piaceva, valutazione di venticinque milioni sul tavolo, ma poi virata su altri obiettivi con rimpianti da sbandierare già a metà stagione. Si perché se a luglio il senegalese si presentava con ottime referenze — sedici gol al primo anno di Serie A, terzo nella classifica marcatori dello scorso campionato e due gol in più realizzati da solo rispetto al tandem Cabral e Jovic — adesso, con i suoi quattro centri realizzati in 675 minuti giocati, rispetto alla sola rete messa a segno in campionato da Nzola e Beltran il dispiacere aumenta. Certo, l’operazione Beltran sembra più futuribile e la cifra spesa per l’argentino, la stessa che sarebbe servita per Dia, darà i suoi frutti successivamente. La Fiorentina quando si trattò di scegliere a luglio preferì optare per il primo e di completare il cambiamento offensivo con Nzola, pronto per la Serie A e usato sicuro per Italiano, suo mentore e suo primo sponsor. Un restyling in attacco significativo rispetto al passato, da trentasei milioni di euro di investimento per i due da cui tutti si aspettavano però un innalzamento dei gol: invece nel primo scorcio di stagione la Fiorentina funziona in fase realizzativa grazie ai marcatori sparsi in tutti i ruoli, a Gonzalez e a Bonaventura, poco grazie all’angolano e all’ex River, fermi in Serie A soltanto al gol di Nzola contro il Cagliari, per un totale di una rete in 1150 minuti giocati dai due. Oggi, comunque, Dia andrà marcato con grande attenzione quando entrerà dalla panchina: lo scorso anno infatti tutti e quattro i gol realizzati dalla Salernitana contro la Fiorentina portarono la sua firma. Uno, quello del momentaneo pareggio, nella sconfitta per 2-1 al Franchi prima della sosta mondiale, addirittura tre nel pirotecnico 3-3 di aprile. Lo riporta La Repubblica
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