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Da Nico a Bonaventura: la scomparsa dei big. E Arthur è sempre in crisi

Da Nico a Bonaventura: la scomparsa dei big. E Arthur è sempre in crisi - immagine 1
La gara difficile di Belotti era anche preventivabile, spalle alla porta contro due giocatori lenti, ma ruvidi e fisici. La partita del Gallo racconta di 23 palloni toccati, 9 persi.
Redazione VN

Assenti ingiustificati nella notte più importante. Perché alla fine le analisi possono essere le più disparate, ma quando i giocatori di maggior talento non girano, per la Fiorentina è notte fonda. La sciagurata notte di Atene ha emesso la sua inappellabile sentenza. Gonzalez, Bonaventura, Arthur e Belotti non sono pervenuti. Certo, nemmeno gli altri (solo Milenkovic e Terracciano si sono elevati rispetto alla media), ma il loro peso specifico nell’economia del gioco viola è (quasi) totale. Prendete Bonaventura, scelto per giocare sulla trequarti. La sua partita racconta di appena 39 palloni toccati, una grande chance fallita e tanti errori. Duelli vinti 3 su 12, dribbling riusciti 1 su 4 tentati. I numeri mentono raramente. Come i flussi di gioco.

Basta dare un’occhiata a quello di Gonzalez. Un paio di sortite sulla destra, ma la porzione di campo più occupata dall’argentino è a cavallo della linea mediana. Se il tuo calciatore più talentuoso gioca lontano dalla porta, l’aspettativa di gol si riduce drasticamente. La gara difficile di Belotti era anche preventivabile, spalle alla porta contro due giocatori lenti, ma ruvidi e fisici. La partita del Gallo racconta di 23 palloni toccati, 9 persi. Ha stazionato in area senza avere occasioni. La testata ricevuta nel secondo tempo ha di fatto chiuso prima del tempo la sua partita.


Ma il vero specchio della gara sono state le difficoltà di Arthur, sia fisiche che tattiche. Sul ritmo dei centrocampisti di Mendilibar è andato in crisi, i primi palloni li ha persi tutti dando anche il via a pericolose ripartenze. Non è mai riuscito a sottrarsi alla pressione avversaria. Il piano B del brasiliano non è decollato, anche e soprattutto così si spiega la complicata notte di Atene. La seconda dopo quella di Praga. Lo riporta la Nazione.

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