La gara difficile di Belotti era anche preventivabile, spalle alla porta contro due giocatori lenti, ma ruvidi e fisici. La partita del Gallo racconta di 23 palloni toccati, 9 persi.
Assenti ingiustificati nella notte più importante. Perché alla fine le analisi possono essere le più disparate, ma quando i giocatori di maggior talento non girano, per la Fiorentina è notte fonda. La sciagurata notte di Atene ha emesso la sua inappellabile sentenza. Gonzalez, Bonaventura, Arthur e Belotti non sono pervenuti. Certo, nemmeno gli altri (solo Milenkovic e Terracciano si sono elevati rispetto alla media), ma il loro peso specifico nell’economia del gioco viola è (quasi) totale. Prendete Bonaventura, scelto per giocare sulla trequarti. La sua partita racconta di appena 39 palloni toccati, una grande chance fallita e tanti errori. Duelli vinti 3 su 12, dribbling riusciti 1 su 4 tentati. I numeri mentono raramente. Come i flussi di gioco.
Basta dare un’occhiata a quello di Gonzalez. Un paio di sortite sulla destra, ma la porzione di campo più occupata dall’argentino è a cavallo della linea mediana. Se il tuo calciatore più talentuoso gioca lontano dalla porta, l’aspettativa di gol si riduce drasticamente. La gara difficile di Belotti era anche preventivabile, spalle alla porta contro due giocatori lenti, ma ruvidi e fisici. La partita del Gallo racconta di 23 palloni toccati, 9 persi. Ha stazionato in area senza avere occasioni. La testata ricevuta nel secondo tempo ha di fatto chiuso prima del tempo la sua partita.