Kean aveva salutato Palladino con due gol, entrambi decisivi, quello in Ungheria contro la Puskas Academy bello per movimento, potenza e progressione e quello con il Monza in campionato, da centravanti vero, abile a sfruttare una palla vacante e a guidare la rimonta dallo 0- 2 al 2- 2. Ieri è rientrato in gruppo al Viola Park e ai suoi segni più di inizio stagione ha sommato anche il centro in nazionale, arrivato a 1097 giorni dall’ultima volta, una doppietta nel 2021 contro la Lituania: un altro tap in da opportunista contro Israele che ha confermato tutti i progressi di un’annata vissuta fin dall’estate con la voglia di togliersi di dosso etichette, preconcetti, stereotipi e di far parlare il campo, solamente il campo.
Kean non appare più indolente, ma punto di riferimento, sia nel gioco che nella finalizzazione, non è più il bad boy o il ragazzino che si comporta dentro e fuori dal campo così e così ma un calciatore maturo, pronto per trascinare i compagni. Il resto lo ha fatto la fiducia, parola chiave che alla Juventus è spesso mancata, tra allenatori che facevano altre scelte, minutaggio scarso e l’essere messo sempre in discussione. Spalletti ha puntato su Kean nella ricostruzione post europeo, Palladino ha messo sul piatto una stima incondizionata.
Con i quattro gol Moise, oltre a superare il rendimento dello scorso anno, si è già avvicinato agli otto gol totali dell’annata 2021- 2022, ai sei del 2021- 2022 e punta ad a eguagliare i diciannove in quarantacinque partite della stagione 2020-2021 con il Paris Saint Germain, suo record personale. Nemmeno allora però era partito così forte e i primi centri erano arrivati solo a ottobre".
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