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Corvino ricorda Mihajlovic: “Pagò colpe non sue. Disse no all’Inter per orgoglio”

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Dall'esonero al ricordo dell'ultima cena insieme. Pantaleo Corvino ricorda Sinisa Mihajlovic e parla dell'esperienza negativa di Firenze

Redazione VN

Stamani all'alba prenderà il treno per raggiungere Roma e recarsi alla camera ardente di Sinisa Mihajlovic e dare l'ultimo saluto al tecnico scelto nel 2010 per sostituire Prandelli. Il ricordo di Pantaleo Corvino per la scomparsa dell'allenatore serbo è commosso, affranto, e l'ex dg viola ripercorre al Corriere Fiorentino alcune tappe dell'esperienza (difficile) in viola. Mesi difficili, con la piazza diffidente e perfino ostile nei confronti di Sinisa, e anche per questo il rapporto tra Mihajlovic e Corvino si fece strettissimo fin da subito. "Avevo un rapporto molto forte con lui. Lo presi dopo Prandelli e non fu facile, lui pagò tutto questo C’erano tante diffidenze nei suoi confronti, ma poi quella Fiorentina riuscì a fare un grande girone di ritorno facendo meno punti solo del Milan che vinse il campionato".

Quella stagione cementò il rapporto tra Sinisa e Pantaleo, che nell'estate 2012 si trovò ad affrontare l'interesse dell'Inter per l'allenatore. "Sapendo che a Firenze avrebbe rischiato restando, spinsi con lui perché accettasse. Sapevo che non gli avrebbero perdonato niente, però mi rispose che lui aveva preso un impegno con i Della Valle e che sarebbe andato all’Inter solo con il benestare della società". Le cose non andarono bene e le strade si divisero a metà stagione, ma lo spessore dell'uomo - dice Corvino - resta "eccezionale". "Quando dopo le cure rientrò in panchina con il Bologna, la prima trasferta era a Lecce. Lui venne a trovarmi e passammo dei bei momenti a cena insieme. Purtroppo avevo capito che lui stava lottando la sua ultima partita e che purtroppo non l’avrebbe vinta: l’animale, come lo chiamava, è stato più forte".

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