Cor. Fio: rigori come un terno al lotto senza Nico. I numeri sono drammatici

La "politica democratica" del "tira chi se la sente" in riferimento ai rigori in casa Fiorentina sta facendo discutere e non poco. Specialmente dopo il penalty fallito da Ikoné contro il Napoli. Il Corriere Fiorentino si concentra proprio su questa tema sciorinando alcuni numeri eloquenti:

"Se nelle quattro gare del nuovo anno sono già stati 12 i tiratori, anche per via delle due sfide di Coppa Italia entrambe vinte ai rigori con 9 centri su altrettanti tentativi, la libertà di scelta concessa da Italiano risale al passato, quando il tecnico si è trovato a fare i conti con la partenza dell’allora rigorista Vlahovic. Bastò una partita, la prima dopo la cessione del serbo alla Juventus, a creare qualche discussione al momento di battere un rigore, e anche se in quella sfida con la Lazio i viola persero 3-0 il momentaneo penalty concesso per fallo su Castrovilli (poi revocato con il Var) scatenò un lungo conciliabolo tra Biraghi, Nico Gonzalez, Sottil e Cabral.

Risale perciò a quel dopo gara del febbraio 2022 la prima confessione di Italiano sul metodo di scelta dei rigoristi (anche in quel caso disse «tira chi se la sente») e se nel tempo il problema non si è più riproposto è solo per la precisione di Nico che da quando ha calciato il primo rigore non si è più fermato, con 10 gol su altrettanti tentativi. Una freddezza difficile da ritrovare nei suoi compagni di squadra visto che in assenza dell’argentino, e dopo l’addio di Vlahovic, sono stati 7 gli errori su 15 rigori complessivamente battuti, con una lista di errori che chiama in causa due volte Biraghi e Piatek oltre a Jovic, Bonaventura e Ikonè tra campionato, Coppa Italia e Supercoppa".

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