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Il Tirreno
Pietro Terracciano: una presenza in campionato, un gol subito. Oliver Christensen: due presenze in campionato, sei gol subiti. Bastassero questi numeri non ci sarebbero dubbi su chi dovrebbe giocare domenica al Franchi contro l’Atalanta, alla ripresa dopo la sosta per le nazionali. Il fatto però, come scrive Il Tirreno, è che già in queste prime cinque gare stagionali, compresi i playoff di Conference League con il Rapid Vienna, si è ripresentato in casa viola il dualismo fra i pali che aveva contrassegnato anche la prima parte della passata stagione: allora Terracciano-Gollini, stavolta Terracciano-Christensen. Chi la spunterà? Un dualismo che resta. Il portiere trentaduenne campano un anno fa vinse il ballottaggio e divenne titolare mentre Gollini fu ceduto al Napoli a gennaio in un’operazione che portò a Firenze Salvatore Sirigu. L’estremo difensore danese è approdato in estate dall’Hertha Berlino dopo un’annata contrassegnata dalla retrocessione e una valanga di reti incassate, non certo solo per responsabilità solo sua, indubbiamente però un passivo che è saltato agli occhi. In ogni caso ciò non ha frenato gli uomini mercato viola che dopo aver valutato vari profili alla fine hanno puntato su di lui per affiancarlo a Terracciano e al baby Martinelli. Al pronti via Vincenzo Italiano, per il quale non esistono gerarchie granitiche in alcun ruolo, portiere compreso, per la prima di campionato a Marassi con il Genoa ha puntato su Terracciano col quale lavora assieme da tre anni. Una decisione coincisa con l’unica vittoria (4-1) conquistata ad ora in Serie A e una sola rete presa. Lo stesso numero uno è stato poi impiegato titolare nei playoff di Conference, a Vienna dove è stato trafitto su rigore, e nella gara di ritorno al Franchi terminata col successo per 2-0 e la qualificazione ai gironi: per la Fiorentina era fondamentale vincere con due gol di scarto e non subirne alcuno. Missione compiuta. Un avvio in salita Decisamente più sfortunato l’esordio in viola per Christensen nella prima partita casalinga di campionato a fine agosto contro il Lecce: la Fiorentina aveva chiuso il primo tempo in vantaggio per 2-0 salvo farsi rimontare nella ripresa, risultato finale 2-2 fra mille rimpianti e non poche recriminazioni. Senza storia la successiva trasferta a San Siro con la corazzata Inter capace di trafiggere la porta viola per ben quattro volte. Una domenica da dimenticare per Christensen e compagni. A breve scatterà il secondo intenso ciclo di partite fra campionato e Conference, come già la scorsa stagione Italiano avrà bisogno di tutti i suoi giocatori perché il turnover s’annuncia necessario e dunque inevitabile, anche fra i pali. Ma domenica contro un avversario tosto come l’Atalanta, in una sfida difficile e importante per cancellare il ko di Milano e rimettersi in marcia, a chi toccherà fra Terracciano e Christensen? Chi sarà chiamato a fermare Scamacca e soci? Fra le priorità c’è anche migliorare al più presto un dato negativo: dopo le prime tre giornate quella viola è la squadra che ha incassato più reti in A, ben 7. Urge quindi un cambiamento di rotta perché la Fiorentina, a prescindere dai suoi interpreti e dagli avversari di turno, ha bisogno di scelte che infondano serenità, stabilità e solidità.
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