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La Nazione
Stefano Cecchi, sulle pagine della Nazione, si è soffermato su Lucas Beltran e la sau crescita nella Fiorentina. Ecco le sue parole:
Sì, Lucas Beltran, attaccante gaucho che in argentina chiamano «il vichingo» per via della chioma biondo nordico, l’altra sera con quel gol ha raccontato molte cose. Ha raccontato, analogamente al rapporto fra Smilla e la neve, che anche lui ha dentro un senso della rete che lo porta a superare limiti fisici e aspettative. Ha raccontato che i gol col Verona e a Monza non era figli della casualità di un momento ma antipasti delle sue potenzialità acrobatiche: la rete magnetica con la Lazio, vanificata da un tocco di mano crudele; il secondo gol col Cucaricki che profumava di magia. La traccia del campione in itinere con il quale serve adottare la cura antica della pazienza per poter vederne l’esplosione. Perché, è vero, strutturalmente Beltran tutto ha tranne che la fisicità del centravanti boa. Il vichingo è altro. E’ l’agilità che si fa attaccante. E il quasi trequartista che disegna calcio come quadri d’autore, pronto a dialogare con chi parla lo stesso esperanto calcistico (Nico Gonzalez, per dire). Non a caso in Argentina, per queste sue caratteristiche di gioco, veniva chiamato «il nuovo Dybala» non «il nuovo Lautaro»
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