A Firenze sta facendo discutere il caso Nico Gonzalez. Su questo argomento si esprime Stefano Cecchi su La Nazione con un articolo dal titolo "Nico, che facciamo? Anche chi ha ragione deve avere buonsenso". Riportiamo una parte del pezzo che potete leggere integralmente nel quotidiano in edicola:
La Nazione
Cecchi: “Mancanza di Nico potrebbe essere penalizzante, meglio evitare handicap”
(...) La domanda che circola a Firenze è netta: che facciamo di Nico Gonzalez? Una domanda che non ha una risposta semplice. Perché, è vero, fin qui Gonzalez più che un giocatore è sembrato un Godot del prato verde. Un personaggio atteso con impazienza da tutta la tifoseria, che in lui vedeva l’uomo della ripartenza, e che invece non è mai arrivato completamente, lasciando incompiuti progetti salvifici e speranze di grandeur. Con una sola differenza. Mentre Godot in tutta l’opera teatrale non lo si vede mai, Gonzalez a tratti sul palcoscenico del Franchi lo si è visto.
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Nella rosa viola ancora oggi Gonzalez appare come una delle pietre preziose più di valore, forse l’unico pronto su ogni palla a sfidare a duello il marcatore avversario. Qualcosa da non buttare via con leggerezza. Che in una Fiorentina che guarda a una risalita in campionato e a un viaggio il più lungo possibile in Europa, la sua mancanza potrebbe essere penalizzante. Un handicap che converrebbe evitare. E’ vero: Nico ha fatto pochissimo per intercettare indulgenza, dando un’idea complessiva di indolenza. Ma a 20 anni, dicono i Maneskin, si ha ancora il diritto di essere perdonati per gli sbagli commessi. E la bravura di un dirigente di calcio è anche quella di smussare gli angoli. Quella di recuperare talento, non di disperderlo. Che le grandi imprese sportive , da sempre, si conquistano anche con la tolleranza e il buonsenso, mettendo da parte per convenienza anche il sacrosanto diritto di avere ragione".
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