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Cecchi elogia Italiano: “Non è più integralista, ha saputo mutarsi”

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Il ruolo del tecnico nel rilancio della Fiorentina

Redazione VN

A suo modo, la sconfitta di Milano porta qualcosa di buono in dote per poter affrontare la pausa senza eccessivi affanni. Porta l’idea che la Fiorentina un impianto solido e affascinante di gioco lo abbia ritrovato. Così Stefano Cecchi argomenta nel suo pezzo odierno sulle pagine de La Nazione di come il calcio "made in Italiano" debba avere ancora cittadinanza a Firenze. Altro che «Vincenzo out», slogan ingeneroso campeggiato ultimamente. Vincenzo Italiano, un po’ realista titubante, che per lungo tempo non ha mai abdicato al 4-3-3. E un po’ sognatore incosciente, le sue squadre sembrano in ogni gara non guardare mai verso il pareggio. Di certo, non uno sprovveduto: quando vedi giocare la Fiorentina hai come l’impressione che tutto sia stato programmato. Per questa filosofia qualcuno nel passato lo ha paragonato a Jurgen Klopp e ciò sicuramente è un eccesso. Come di certo un eccesso è stato mettere l’allenatore viola sul banco degli imputati come responsabile di una stagione che, fino a poche gare fa, sembrava destinata a una mediocrità colpevole.

Memoria corta

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Sì, Italiano, uno dei tanti allenatori italiani vittima della frenesia emotiva del tempo che brucia tutto in un attimo, facendo dimenticare meriti e affermazioni anche del recente passato. Poco importava che proprio il suo football avesse consentito alla Fiorentina lo scorso anno di agganciare l’Europa. Ci hanno pensato le ultime gare a raccontarci altro. A raccontarci di un allenatore che ha saputo mutare se stesso, cambiando modulo all'inizio e pure in corsa, ma non cambiando filosofia di gioco. E riuscendo, proprio grazie a questa, a mettere sotto anche squadre molto più forti qual era il Milan tricolore. Dando insomma la conferma che alla Fiorentina per pensare in grande non manchi un progetto di gioco, ma qualche buon giocatore in più per dare alternative alte a un allenatore che sarebbe miopia mollare adesso per noia, antipatia o chissà cos'altro.

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