Stefano Cecchi, noto giornalista, ha scritto un commento sulla Nazione. Ecco le sue parole sul momento della Fiorentina:
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Cecchi: “Infantino e la sindrome di Chuck Cunningham. Tutti i casi”
Cecchi: "Già, Gino Infantino da Rosario, Argentina di fuoco, mezzala mancina che doveva riempire il palinsesto viola con un ruolo da protagonista"
In tv la chiamano «sindrome di Chuck Cunningham», in riferimento al personaggio che, nelle prime puntate della famosa serie «Happy Days», interpretava il ruolo del fratello di Richie salvo poi scomparire nel nulla senza spiegazioni. Come non fosse mai esistito. Ditemi voi se la storia di Infantino non appartiene alla categoria. Già, Gino Infantino da Rosario, Argentina di fuoco, mezzala mancina che doveva riempire il palinsesto viola con un ruolo da protagonista e che, invece, qualche giorno fa nel silenzio si è imbarcato per gli Emirati Arabi, ripiombando nel nulla dal quale era provenuto. Un emulo di Chuck Cunningham appunto. Non certo l'unico. Sono infatti numerose le storie di calciatori carneadi arrivati con velleità di proscenio e che invece se ne sono andati senza lasciare tracce. Giorgio Vakouftis nel ‘99 sembrava un boom, finì nel fallimento del 2002, proprio come Equi Gonzales, che qualcuno definì «l’erede di Rui Costa». Portillo di galattico ebbe solo la capigliatura mentre Lupoli nemmeno quella. Di Salifu si ricordano le serate in ritiro sulle Dolomiti con Di Tacchio, mentre i 45 minuti di Brillante con la Roma per i collezionisti hanno lo stesso valore del Gronchi Rosa. E ancora: Wolski segnò un gol all’Atalanta che si disse «alla Baggio» prima di capire come in realtà fosse più «alla padre Pio» e anche a Larrondo capitò qualcosa di simile mentre il caso Lo Faso metterebbe oggi in difficoltà pure la Sciarelli. Per finire forse alla prestazione più straordinaria di tutti, quella di Hernan Toledo.
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