Professore alla facoltà di Scienze Politiche, delfino e biografo di Spadolini, Cosimo Ceccuti è anche storico, giornalista e scrittore. Su La Nazione, troviamo un suo ricordo fiorentino di Federico Chiesa, legato proprio alla fondazione che dirige sulle colline di Firenze:
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“Caro Federico, quel prato verde ti mancherà”
Il ricordo di un giovanissimo Chiesa affidato al professore Cosimo Ceccuti, che dirige la Fondazione Spadolini sulla collina di Arcetri a Firenze
Capita spesso che i maggiori protagonisti del calcio internazionale abbiano iniziato a tirare le prime pallonate nei campetti di periferia. Non è il caso di Federico Chiesa e non solo perché figlio d’arte. La passione per il pallone è cresciuta insieme a lui fin dai primi passi, in un piccolo giardino condominiale sulla collina di Arcetri, a Pian dei Giullari. Casualmente ne sono stato diretto testimone. Federico, nato nel 1997, abitava con la famiglia in una parte della villa appartenuta al fotografo Mario Nunes Vais, da poco divisa in appartamenti. In quello stesso anno la Fondazione Spadolini apriva al pubblico la propria Biblioteca, nei locali agricoli annessi alla villa [...]. Quel piccolo prato continua con tratti di ghiaia e confina con la proprietà della Biblioteca e dalle finestre aperte dell’edificio, nei mesi della buona stagione, si udivano le grida gioiose di questo bambino, che correva velocissimo quasi senza mai fermarsi a prendere fiato. Federico tirava calci alla palla rincorrendolo e non si separava mai dall’adorata sfera. La teneva stretta a sé, quasi nel timore potessero portargliela via. Chiamava con insistenza il padre, per farlo venire a giocare con lui. Enrico pazientemente gli insegnava il palleggio. Ricordo quanto fosse insolita la forza che quel bimbetto di tre o quattro anni riusciva ad imprimere alla palla, calciandola. Neanche sul terreno dell’Allianz Stadium di Torino, Federico dimenticherà quel fazzoletto d’erba, dove ha tirato i primi calci al pallone non appena in grado di camminare e di correre [...].
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