Il reparto che ci convince meno è la difesa. In porta con l’arrivo di De Gea la situazione è migliorata, però il passaggio alla difesa a tre non è semplice. Questione di adattamento direte voi. Può darsi. Ma per alcuni giocatori è una novità e non si sa quanto ci metteranno ad entrare nelle nuove logiche di Palladino. Senza dimenticare che Comuzzo e Moreno sono due grossi punti interrogativi e che nemmeno Biraghi terzo a sinistra si trova molto a suo agio. Per non dire di Pongracic che non è Milenkovic, dell’irrequietezza di Quarta o delle indecisioni di Ranieri. Insomma, per trovare il giusto equilibrio servirà tempo.
Se la difesa, almeno sulla carta, sembra aver fatto un passo indietro, a centrocampo non ci sono stati scossoni. Il valore più o meno è quello, con un paio di operazioni che magari si spiegheranno da sole più avanti. Lì in mezzo, però, serviva di più. Un giocatore in grado di fare la differenza, che invece non c’è. La quantità invece della qualità, è stata questa la scelta della Fiorentina che ha preferito livellare il reparto prendendo giocatori intercambiabili e di pari valore. Vedremo se è stata la scelta giusta.
Il vero salto è stato in attacco. Gudmundsson e Colpani per Nico è un affarone, Kean è migliore degli attaccanti che c’erano prima. Senza dimenticare l’arrivo di Gosens, oltre ai giocatori che c’erano già. E poi c’è Palladino, l’altra grande scommessa. Un tecnico giovane e ambizioso, con le idee molto chiare e un pragmatismo raro nel mondo del pallone. La sua è una bella sfida, e se riuscirà a incastrare tutti i pezzi ci sarà da divertirsi. Altrimenti sarà stato tutto inutile, anche i fuochi d’artificio dell’ultima giornata di mercato."
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