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La Nazione
Antonio Bongiorni scoprì al Margine Coperta un certo Giacomo Bonaventura. Ecco le sue parole riportate dalla Nazione:
Era il 2005 quando vidi Giacomo giocare per la prima volta. Aveva solo 15 anni, ma riconobbi di trovarmi di fronte ad un futuro campione. Ebbi la fortuna di avere una segnalazione di questo giovanissimo da una persona che lo vide nelle Marche, da dove proviene. Chiesi di vederlo giocare e arrivò a qui. Andò a giocare la prima partita a Viareggio e, già dopo un tempo, mi resi conto che avevo davanti un predestinato. Il punto forte? La tecnica, aveva un rapporto con la palla come nessun altro. La gestiva con grande sicurezza e non sbagliava quasi mai un passaggio o un inserimento. Era un po’ esile ed infatti lo abbiamo fatto lavorare molto in palestra, per fargli sostenere la sua tecnica sopraffina. Che tipo di ragazzo era? Educato, gentile, con la testa sulle spalle nonostante la giovanissima età. La famiglia, ottima, lo ha fatto crescere con valori sani. Valori che ha portato sempre con se, durante tutta la sua carriera. Ricordo che dormiva al convitto dell’Istituto Agrario a Pescia, poi prendeva il bus la mattina, prestissimo, per andare a Lucca all’Istituto Tecnico. Al pomeriggio io, o un dirigente, lo andavamo a prendere in macchina per portarlo agli allenamenti
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