Nella pallavolo li chiamano ‘universali’. Quelli che - scrive La Nazione - se li togli dal loro ruolo naturale non hanno cali di rendimento. Anzi. Riescono a essere utili alla causa anche in zone del campo per loro inusuali. E’ questa la dote principale di Bernardeschi che ha colpito profondamente il ct Conte. Non uno accomodante o che fa sconti, ma un allenatore che mette davanti a tutto le qualità e la voglia di emergere per conquistarsi un posto al sole. Come del resto ha fatto l’ex allenatore della Juventus nella sua carriera da giocatore. "Bernardeschi è qui per merito – ha spiegato il commissario tecnico azzurro – non è certo una convocazione premio" (LEGGI LE ALTRE PAROLE DI CONTE).
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Bernardeschi il tuttofare, così ha conquistato Conte
Bernardeschi non è tipo da sentirsi arrivato, non lo ha mai fatto e difficilmente lo farà, considerato che in quello spogliatoio troverà chi ha fatto la storia della maglia azzurra"
Eccola l’investitura ufficiale azzurra per il gioiellino della Fiorentina. Una convocazione che porta anche il marchio di Sousa, uno che non ha avuto remore o paure – ‘colpa’ anche dell’emergenza si potrà obiettare – a cucire addosso al numero 10 viola la corsia di destra. E’ proprio per quanto fatto su quella fascia che Bernardeschi ha potuto aprire il suo armadietto a Coverciano. Stavolta quello dei grandi e non dell’Under 21. "E’ qui perché è una voce che arriva dal campionato, come Jorginho – ha rincarato la dose Conte –. C’erano anche altre voci interessanti, tanto che potevo arrivare a convocare almeno quaranta calciatori".
Dalla ruota di Firenze, invece, è uscito il numero 10. Non uno a caso. Il ragazzo di Carrara non è tipo da sentirsi arrivato, non lo ha mai fatto e difficilmente lo farà, considerato che in quello spogliatoio troverà chi ha fatto la storia della maglia azzurra e del calcio italiano, come Buffon, ad esempio. Tutti riconoscono a Bernardeschi doti importanti e qualità da primo primo violino, anche se la strada pare essere lunga. Ma è proprio su questo tema che il selezionatore dell’Italia va controcorrente e in un certo senso spiazza un po’ tutti. Soprattutto gli scettici per natura o i contrari a prescindere.
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