Due coppe Italia e una Supercoppa in bacheca con la Primavera. Da poco premiato come miglior allenatore del settore giovanile. Stiamo parlando di Alberto Aquilani, intervistato stamani sulle colonne de La Nazione. L'ex centrocampista racconta il suo percorso: da calciatore ad allenatore. Un passaggio che - confessa - richiede tanta umiltà, per potersi rimettere in discussione. Nuovo capitolo in cui ha potuto beneficiare dell'esperienza accumulata in giro per l'Europa, alle prese con scuole diverse tra loro. La scelta di sedere in panchina - racconta - è maturata a Lisbona. Grazie alle idee di Jorge Jesus che gli hanno aperto un mondo.
La Nazione
Aquilani: “Fiducia, saggezza e coraggio. Ecco la mia Primavera viola”
Il tecnico della Primavera della Fiorentina si racconta: dalle coppe vinte in panchina, al rapporto con i suoi ragazzi
Un ruolo quello del tecnico della Primavera che - confessa Aquilani - non ha come semplice metro di giudizio risultati e trofei. «Ogni giocatore chiamato ad allenarsi con la prima squadra per me è un successo. Se poi viene convocato lo è di più». Un tecnico - per quanto giovane - deve godere della fiducia dei propri giocatori. Aquilani si sente un fratello maggiore per i propri ragazzi, anche quando è necessario essere severo. Per Italiano spende belle parole: «Un tecnico che ho sempre stimato per le sue idee di gioco». Capace di fare grandi cose, grazie alle motivazioni e alle idee trasmesse. Col tecnico condivide il compito di gestire la crescita di ogni ragazzo, con saggezza e il necessario coraggio. Perché la prima squadra deve essere un modello, non tanto per copiare un modulo, quanto piuttosto per l'atteggiamento in campo.
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