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Antognoni: “Batistuta era orso. Birra a fiumi tra Socrates ed Effenberg”

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Antognoni racconta alcuni aneddoti del passato
Redazione VN

Nell'intervista rilasciata a La Gazzetta dello Sport,Giancarlo Antognoni, oltre a parlare dell'attuale Fiorentina, si sofferma anche sul passato. Sul mancato passaggio alla Juventus e alla Roma dice: "Il presidente Viola m’invitò a casa sua. Nella Fiorentina erano entrati i Pontello. Liedholm, allenatore della Roma, mi voleva a tutti i costi. All’epoca c’era ancora il vincolo. Viola arrivò a offrirmi anche un attico a Piazza di Spagna. Mia moglie Rita, che è romana, spingeva perché accettassi il trasferimento. Ho vacillato. Ma la nuova proprietà non poteva presentarsi alla piazza con la cessione di Antognoni. Tanto più che, in quegli anni, Fiorentina e Roma erano le rivali della Juventus. Vacillato anche nel 1977 con la Juve? Erano gli anni di piombo. Melloni, il presidente di allora, mi chiamò d’urgenza. Avevano minacciato di fargli saltare in aria la casa. Rimasi scioccato. L’affare saltò. La Juventus poi prese Platini".

Capitolo Baggio. Antognoni era dirigente nel 1990: "Non facevo altro che andare su e giù dal mio ufficio. Scendevo e la rabbia dei tifosi sbolliva, risalivo e ripartiva il casino".


Su Batistuta dice: "Grande professionista. Per i primi mesi ebbe difficoltà d’inserimento. Già tutti lo paragonavano a Dertycia, argentino che andò male a Firenze. Era un po’ orso. Irascibile. Ho passato molto tempo con lui e con Rui Costa, che portai io a Firenze con Cinquini. Il portoghese era molto diverso, sempre disponibile. Bati te lo faceva l’autografo, ma si capiva che non gli piaceva".

Da un argentino all'altro. Su Beltran: "Non ce l’hanno regalato. Me ne parlano bene. Ma lasciamo stare i paragoni. Bati faceva gol in tutti i modi e da tutte le zone del campo". 

Infine su Socrates ed Effenberg: "Socrates fu preso al posto mio quando mi ruppi la tibia con la Sampdoria. Brasiliano, capitano della Seleçao, sembrava avere i requisiti giusti. 'Ma in Italia avete i campi di calcio in salita?' mi chiese. Qua sono fissati a farmi correre le salite...'. Un personaggio eccezionale, con lui potevi parlare di tutto. Stefan Effenberg era una belva. Centrocampista eccezionale, corsa, forza, tecnica, tiro. A volte gli partiva la brocca, anche perché ne prendeva molta di brocca. Birra a fiumi tra lui e Socrates. Andammo al compleanno di Socrates e c’erano fustini di birra ovunque».

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