Tempo pochi giorni e poi il marocchino dovrà prendere una decisione. Le strade che gli si prefigurano davanti sono due: una, più in discesa, porta alla cessione definitiva, una soluzione che accontenterebbe di certo lo stesso Amrabat e anche la Fiorentina che, a un anno dalla scadenza del contratto, potrebbe monetizzare e togliersi una gatta da pelare non da poco; c'è poi l’alternativa in cui i due litiganti mettono da parte tutti i bracci di ferro fatti da gennaio 2023 a ora e ricominciano da zero. Una possibilità facilitata dal cambio di figure chiave nell'organigramma del club e anche dalla nuova guida tecnica, ma c'è da segnalare come il giocatore non figuri nell'elenco dei convocati per il ritiro viola.
Palladino, in più, non disdegnerebbe un centrocampista di spessore internazionale. L'opzione due rimane però - soprattutto per il volere del calciatore che, anche stavolta, farà la differenza - alquanto difficile ad oggi. Conterà tanto quindi il desiderio di Amrabat, che continua ad avere mercato soprattutto in Turchia: ma il sogno e il pensiero del classe '96 porta ancora oltre la Manica, nel nord dell'Inghilterra. Amrabat crede ancora di poter tornare allo United: a maggior ragione ora che ten Hag ha rinnovato coi red devils fino al 2026.
Il tecnico olandese aveva puntato tanto su di lui, fino a preferirlo nel finale di stagione a un totem della mediana come Casemiro. Per questo il matrimonio si può rifare e a cifre più basse: lo United non lo ha riscattato a giugno per 20 milioni più cinque di bonus, l'impressione è che 15 ne possano bastare per convincere Pradè a lasciare andare l'ex Verona.
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