"Tornati sulla terra": il Corriere Fiorentino titola così sulla crisi della Fiorentina. Il quotidiano fa riferimento alla storia di Icaro. Un peccato, la superbia, si legge, ammesso da Biraghi giovedì e che i viola stanno pagando a caro prezzo. Già durante il ritiro alcuni giocatori parlarono di sogno Champions e di voglia "di andare in fondo alla Conference". Euforia alimentata dagli acquisti e dalla convinzione, da parte della società, di aver allestito una squadra competitiva. "Ci siamo fatti trovare preparati" diceva Barone all'inaugurazione del Viola Village a Moena. "Cosa avremmo potuto fare di più" le parole di Pradè a fine mercato. Una convinzione espressa pubblicamente e ribadita più volte all'allenatore.
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Altro che acquisti top: le contraddizioni del mercato viola
L'ultima a pochi giorni dal gong di fine trattative quando, in un incontro al centro sportivo, il mister mise sul tavolo la necessità di avere un altro difensore centrale. A maggior ragione se fosse uscito Nastasic. Anche in quel caso, però, gli fu risposto da un dirigente che aveva una rosa già ampiamente attrezzata per fare meglio rispetto alla passata stagione. I risultati sono sotto gli occhi e le scelte anche. Basta pensare a giovedì quando, con le assenze di Milenkovic e Quarta, è stato schierato Amrabat al centro della difesa. Non Ranieri e nemmeno Mandragora. Eppure qualche giorno prima Pradè aveva detto: "Avevamo deciso di tenere Luca (Ranieri, ndr) e in quel ruolo possiamo adattare Mandragora". Contraddizioni fin troppo palesi, così come i risultati stridono con le aspettative. La Fiorentina ha giocato 10 partite, ne ha vinte 2, perse 3 e pareggiate 5, segnando la miseria di 8 reti e incassandone 11. Evidentemente questo primo ciclo di partite è stato sottovalutato e non si è considerato che gente come Dodò e Jovic non avrebbe potuto sopportare i tanti impegni ravvicinati.
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